L’euro ha rappresentato per i Paesi della Comunità Europea un vero e proprio traguardo di quello che può essere considerato il mondo evoluto che punta al legame tra i Paesi che appartengono all’Eurozona e che oggi sono davvero simbolo di una grande realtà che continua a concretizzare i risultati che si erano auspicati.
Sicuramente il legame sancito dalla moneta unica ha amplificato i grandi passi avanti, ma fondamentale è stato anche il lavoro condotto dalle varie politiche nazionali, che hanno messo del loro nella produzione di tutte le monete e di tutte le banconote che appartengono alla nostra nuova e potente, seppur giovane, valuta.
Tutte le monete: ecco perché alcune non ci sono più
Quando pensiamo all’euro spesso ci concentriamo sulle banconote e sulle monete più comuni, come 1 e 2 euro. Ma è affascinante poterci anche soffermare sulla presenza, ormai in via di remissione, delle monetine di più basso valore, ovvero le monete da 1 e 2 centesimi di euro. Irrilevanti possiamo dire oggi, ma comunque presenza fissa e inevitabile fino a poco tempo fa.
Queste due monetine sono state inserite al fine di favorire le piccole transazioni, che richiedono l’uso dei piccole tagli, per rendere anche i prezzi più accessibili. All’inizio la loro presenza è stata fondamentale per poter uniformare tutti i costi presenti nei singoli Paesi europei che vantavano ovviamente valute differenti che con il cambio in euro perdevano di forza economica, andando ad inficiare sull’economia del Paese di riferimento. Così, onde evitare di dover imporre ai commercianti quell’azione volta all’arrotondamento, in un primo momento si è pensato di dare loro questo compito. Con il tempo ci si è resi conto che sempre l’arrotondamento dei prezzi stava avvenendo in modo genuino e naturale, così facendo il ruolo dei piccoli pezzi è andato perdendosi.
Oggi cosa si fa con le monetine da 2 centesimi di euro?
Ad un certo punto, le monete da 2 centesimi, insieme a quelle da 1, sono scomparse. O meglio si sono andate diradando dal commercio e dalla circolazione, con il tentativo di ritirarle. Ma si sa, l’interesse dei collezionisti di monete rare è alto e insistente ed è cominciata la caccia verso le monete da 2 centesimi di euro più rare, tra cui troviamo:
- 2 centesimi di Malta 2008, con Tempio di Mnajdra
- 2 centesimi del Vaticano del 2002
- 2 centesimi con stampato l’illustrazione della moneta da 1 centesimo, ovvero la mole antonelliana
Queste monete si aggirano tra un costo di 10 euro, per arrivare ai 2.500 euro se in perfette condizioni e con tutti dettagli legati all’errore di conio ben visibili. Oggi si tratta di possedere un vero e proprio tesoro, perché, quando ormai non ci saranno più monete in circolazione di così basso valore nominale, il loro valore collezionistico e numismatico potrebbe toccare cifre imprevedibili.
Insomma, oggi collezionare anche monete dell’euro non è una cosa così proibitiva. Ci sono dei vantaggi legati a queste monete ormai in disuso che possono tranquillamente entrare nell’ordine delle monete rare e che acquistano valori e idee legate al collezionismo di monete che nel tempo potrebbe anche far cambiare le regole del collezionismo stesso.